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giovedì 21 marzo 2019

Gabriele Cortigiani su TREND ON-LINE

Stamani mattina ho avuto il piacere ed il privilegio di rilasciare un'intervista per uno dei portali più autorevoli del panorama finanziario italiano, Trend On-Line.

Riporto di seguito la versione integrale nella quale si affrontano temi molto interessanti.



Piazza Affari: è bene iniziare a liquidare? I titoli ancora up

L'attuale fase delle Borse richiede estrema cautela: il Ftse Mib è sempre più vicino a dei fisiologici ritracciamenti. L'analisi e le strategie di Gabriele Cortigiani.

Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Gabriele Cortigiani, esperto ricercatore dei mercati e co-fondatore del sito www.prendoilcontrollo.com.

Le Borse UE e Usa continuano ad inviare nel complesso segnali positivi. Quanto ritiene credibile una prosecuzione del rialzo in atto?

La credibilità del rialzo in atto, soprattutto sul fronte americano, sarà dettata, a mio avviso, dalla chiusura di domani, concomitante con l’ottava in corso.

Come sappiamo, dal punto di vista tecnico, maggiore è il time frame analizzato, maggiori sono le probabilità e le conferme di eventuali segnali a livello operativo.

Conseguentemente ritengo che una chiusura settimanale sopra i 2.820 punti di SP500 potrebbe offrire un ottimo presupposto per poter rivedere le quotazioni di Wall Street tornare sui massimi precedenti, esattamente in area 2.940.

Al contrario, se le quotazioni dovessero chiudere sotto i 2.818-2.815 punti, aumenterebbero le probabilità di “falsi segnali”, perciò i rischi di assistere ad una nuova fase negativa sui listini USA si farebbero più marcati.

Questo potrebbe influire in modo ancor più evidente sulle Borse europee che mostrano un indice di forza relativa inferiore a quella americana.

Inoltre è doveroso segnalare che, prendendo il DAX come indice azionario di riferimento a livello europeo, dal momento che quella tedesca è la prima economia del Vecchio continente, c’è un’area di resistenza molto importante che deve essere superata prima di attendersi ulteriori segnali positivi.

L’area in oggetto la possiamo trovare intorno agli 11.800-11.900 punti, livello che ha svolto il ruolo di supporto statico tra il 2017 e il 2018 e che, ad oggi, sta fungendo da resistenza.

Dal mio punto di vista, per concludere, l’ultimo rialzo in atto non si può certo definire come rimbalzo, considerato le ottime performance sostenute dai volumi di scambio, ma è opportuno affrontare tale fase con estrema cautela, in virtù del fatto che i livelli critici sono a ridosso delle attuali quotazioni.

In termini operativi, quindi, se l'S&p500 a Wall Street dovesse chiudere domani sera sopra area 2.820, avremo un buon quadro tecnico per sfruttare dalla prossima settimana i ritracciamenti sui singoli titoli del paniere americano come buone opportunità per valutare eventuali ingressi al rialzo.

A Piazza Affari il Ftse Mib ha praticamente raggiunto il target dei 21.500 punti da lei indicato nell'intervista del mese scorso. L'ascesa dell'indice è da considerarsi conclusa o si aspetta ulteriori progressi?

I buoni progressi della Borsa italiana, che ha ancora da recuperare tantissimo rispetto alle altre importanti piazze finanziarie internazionali, stanno permettendo di assistere a qualcosa di molto raro.

Mi riferisco a performance del FTSE MIB addirittura superiori ad un colosso come il mercato azionario americano, il primo del mondo.

Non credo che questa tendenza durerà in eterno ed è probabile che nell’arco di 2-3 mesi la situazione potrebbe normalizzarsi ed assistere quindi a salite maggiori in USA oppure a discese più marcate in Italia.

Sfruttando comunque il momento positivo di Piazza Affari, possiamo identificare, al rialzo per il Ftse Mib un primo target non troppo distante dalle attuali quotazioni, in area 21.700.

Arrivati su tale livello sarà molto probabile assistere ad una contrazione dei prezzi. Non parlo di ribassi imminenti, ma di fisiologiche fasi di ritracciamento.

Dovessimo, quindi, metaforizzare l’attuale quadro tecnico in termini “sportivi” potremmo dire che la partita non è finita, ma sicuramente siamo allo scadere del primo tempo.


Il continuo rialzo del petrolio sta favorendo due temi del settore oil come ENI e Saipem. Vede ancora margini di salita per questi due titoli?

Tecnicamente sia ENI che Saipem sono veramente ben impostati al rialzo e se il petrolio dovesse continuare a salire possiamo identificare due target di prezzo molto chiari su entrambe le azioni.

Nello specifico su ENI il primo target al rialzo possiamo misurarlo in area 16,25-16,50 euro, mentre per SAIPEM abbiamo un primo target price a 5,50 euro per azione.

Fra i due preferisco SAIPEM perché, oltre a presentare un ottimo trend ben delineato al rialzo, gode di una forza relativa superiore addirittura all’indice italiano che, come abbiamo detto prima, risulta essere in condizioni molto favorevoli.

Margini di salita ci sono ed eventuali ritracciamenti non oltre il 23% di Fibonacci possono rappresentare per Saipem ulteriori opportunità di acquisto, almeno in termini operativi di breve termine.

In questo particolare momento storico, adesso più che mai, suggerisco di guardare le quotazioni di questi strumenti finanziari da un’ottica più ampia, prendendo come riferimento base il time frame giornaliero, che meglio di qualunque altro offre la possibilità di avere una visione chiara dell’andamento delle quotazioni.

Tra gli industriali Leonardo sta inviando segnali molto positivi dal giorno della diffusione dei conti 2018, ma qualche spunto al rialzo si è avuto anche per Fca. Cosa può dirci di questi due titoli?

La view degli analisti istituzionali su Leonardo è molto positiva, in molti hanno fissato target price ambiziosi entro 6-9 mesi, superiori ai 12,50 euro per azione, vale a dire circa un +20% dalle attuali quotazioni.

Il rialzo ed i volumi di scambio sono senza dubbio da tenere in seria considerazione, ma dal mio punto di vista, basato sull'esame di dati tecnici e oggettivi, ritegno che il primo target rialzista su Leonardo si possa identificare in area 11 euro.

Su tale livello, infatti, analizzando il grafico sia sul time frame giornaliero, sia su quello settimanale, possiamo notare che si trova un’area di resistenza statica, sulla quale il titolo potrebbe trovare molti venditori pronti a liquidare le proprie posizioni ed incassare profitti di breve termine. Tale condizione, quindi, alimenterebbe le vendite su Leonardo.

Per FCA la situazione è meno rosea, in quanto le attuali condizioni si stanno trovando a fare i conti con un’area di resistenza importante, situata a 13,50 euro.

Il trend del titolo del Lingotto non è assolutamente favorevole per chi, come me, predilige investimenti azionari che si basano su strategie più tranquille, come il trend following.

Oltre i 13,50 euro per azione, che al momento rappresenta il primo scoglio da superare, dobbiamo tenere in considerazione che molti livelli di resistenza statici e dinamici situati oltre le attuali quotazioni, potrebbero rendere difficile la strada per investimenti con ottica temporale di medio periodo.

A livello intermarket ci sono degli aspetti che vuole segnalarci in particolare? A cosa consiglia di guardare ora?

A livello intermarket voglio segnalare un aspetto di un’importanza assoluta, ma che in pochi considerano in ottica di lungo termine: l’andamento della massa monetaria e la variazione di M1.

Come sappiamo, gli aggregati monetari, ci indicano la quantità di moneta in circolazione, dai quali si possono capire gli interventi delle banche centrali a livello macro economico.

Se analizziamo la variazione della Massa Monetaria, in particolar modo M1 che, ricordo, rappresenta la quantità esistente di Monete, Banconote, Depositi in c/c, conti correnti postali e assegni, possiamo notare come ci sia stata una forte contrazione negli ultimi 24 mesi.

Tale elemento riesce ad anticipare i futuri corsi degli indici azionari. Non voglio fare allarmismi, ma se i tassi a breve termine, come sta succedendo in USA, dovessero superare i rendimenti dei tassi a lungo termine e tutto dovesse esser concomitante con una massa monetaria in riduzione, potremmo assistere a forti ribassi negli anni futuri.

Chiaramente non ho né la sfera di cristallo e neanche la presunzione di voler anticipare i futuri corsi degli indici azionari, ma ritengo che sia saggio e intelligente controllare, almeno in ottica di medio-lungo termine, queste due variabili fondamentali per l’economia e, di conseguenza, per gli investimenti finanziari.

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