Ftse Mib: tutto nelle mani di Wall Street. Focus su banche e oil
A Piazza Affari un superamento dei top di dicembre porterebbe ad un'inversione di tendenza nel medio termine, ma è poco probabile che ciò accada al momento. Cosa aspettarsi e su quali titoli muoversi secondo Gabriele Cortigiani.
I mercati azionari stanno vivendo questo primo scorcio del 2019 all'insegna del recupero, pur in presenza di diversi fattori di incertezza. Cosa si aspetta nel breve per le Borse UE e Usa?
Osservando l’andamento delle Borse europee e statunitensi, notiamo come negli ultimi 3 mesi, nonostante i ribassi registrati, i listini del Vecchio Continente hanno mostrato una performance migliore rispetto a quelli a stelle e strisce.
Si tratta, chiaramente, di performance negative, ma diciamo pure che l’area euro si è difesa meglio dell’America.
Si tratta, chiaramente, di performance negative, ma diciamo pure che l’area euro si è difesa meglio dell’America.
A dimostrazione di questo è sufficiente analizzare in modo molto semplice l’andamento della forza relativa del Dax, dell’Eurostoxx, ma anche di Piazza Affari rispetto all’SP500, per notare che lo stesso è crescente a favore dell’Europa.
Tale inversione presumo dipenda dagli utili delle aziende americane che, dopo i grandi fasti degli anni scorsi, sono visti al ribasso e, conseguentemente, questo potrebbe spostare gli investitori verso altri mercati.
L’SP500 si sta trovando proprio in queste sedute a ridosso della media mobile a 50 periodi (time frame giornaliero) che, nelle ultime due occasioni, esattamente nella prima decade di novembre e dicembre 2018, ha respinto le quotazioni verso il basso.
Se, quindi, anche stavolta tale livello dovesse fungere da resistenza dinamica, alimentando perciò le vendite, dobbiamo attenderci altri ribassi negli Stati Uniti e in Europa che, stando alle attuali indicazioni della forza relativa, dovrebbe perdere meno rispetto agli USA.
Il livello chiave cui faccio riferimento per l'S&P500 è in area 2.650 e a mio avviso è questa la soglia di prezzo dove la battaglia tra compratori e venditori decreterà il trend delle prossime settimane.
A Piazza Affari il Ftse Mib si è spinto ad un passo dai massimi segnati a inizio dicembre. Ci sono buone probabilità di una rottura al rialzo di questo ostacolo?
Superare i massimi di dicembre significherebbe un'inversione di tendenza sul medio termine che, al momento, considerando la situazione a livello globale, non offre molte probabilità.
Dipenderà da ciò che succederà sui listini americani, vero motore dell’economia mondiale. Come ho detto in precedenza, è di fondamentale importanza la rottura di area 2.650 da parte dell’SP500.
Se tale livello venisse rotto al rialzo, allora sì, ci sono buone possibilità che il Ftse Mib raggiunga e superi i massimi di dicembre, visto che al momento gode di una forza relativa addirittura superiore a Wall Street.
Il mio consiglio è quello di non soffermarsi ad osservare un singolo mercato, una singola area o un singolo listino. La miglior cosa da fare, per aver maggior probabilità a favore, è quella di tenere d'occhio i livelli di prezzo significativi anche su altre piazze azionarie, perché, nonostante le performance diverse, non dobbiamo dimenticare mai che sul medio termine i mercati azionari sono fortemente correlati tra loro.
Alla luce di ciò dobbiamo necessariamente osservare chi, fra tutti, è il mercato che ha la forza di spingere, al rialzo o al ribasso, anche le altre piazze.
Quindi, dal mio punto di vista e secondo la mia esperienza, l’attacco ed il superamento dei 19.650 punti sul FTSEMIB sarà da considerare veramente valido se l’S&P500 sarà in grado di spingersi oltre quota 2.650 punti.
Da inizio settimana i titoli del settore bancario sono finiti sotto pressione e stanno provando ora a risalire la china. Cosa può dirci in particolare di Unicredit e Intesa Sanpaolo?
Intesa Sanpaolo e Unicredit, nonostante appartengano al medesimo settore, stanno mostrando due andamenti completamente diversi, almeno nel breve-medio termine. Intesa Sanpaolo si sta trovando in piena lateralità, con un ADX sul time frame giornaliero ai minimi livelli.
Al momento l’unica strategia che paga su questo titolo è sul breve termine, segnalando un'area di acquisto a 1,90 euro, con successiva vendita a 2,08 euro. Il grafico non sta dicendo di fare altro.
Chiaramente dobbiamo esser consapevoli che tale situazione non durerà in eterno, conseguentemente la gestione del rischio e del money management deve avere la massima priorità.
Tecnicamente parlando uno sfondamento al ribasso di area 1,90 proietterebbe le quotazioni di Intesa Sanpaolo sul primo target ribassista a 1,73 euro.
Una rottura rialzista di area 2,08 euro al contrario spingerebbe le quotazioni verso il primo obiettivo rialzista in area 2,27 euro.
Unicredit, invece, si trova all’interno di un trend discendente e proprio in queste sedute si è portato ridosso di una resistenza interessante in area 10,80 euro, la quale può rappresentare un punto di acquisto in caso di sfondamento rialzista. Parliamo in ogni caso di un'operatività di breve termine, con primo target in area 11,74 euro.
Personalmente non prediligo titoli con ADX così basso come Intesa Sanpaolo e Unicredit, perché ritengo che le migliori occasioni di investimento, anche per ottenere guadagni di breve termine, risiedano in quelle azioni che hanno un trend maggiormente definito e più stabile.
Tra i titoli italiani, indipendentemente dal settore di appartenenza, preferisco quelli che hanno un ADX superiore a 25/30.
Quali indicazioni ci può fornire per ENI e Saipem alla luce del forte rimbalzo messo a segno dal petrolio da inizio anno?
Fra i due, il titolo che al momento prediligo è ENI, anche se SAIPEM sta mostrando un ottimo recupero dai minimi.
In entrambi i casi, prima di prendere eventuali posizioni “long”, attenderei il superamento del massimo formato il 4 dicembre scorso.
In entrambi i casi, prima di prendere eventuali posizioni “long”, attenderei il superamento del massimo formato il 4 dicembre scorso.
La sequenza dei principali massimi e minimi di swing è ancora ribassista, conseguentemente il rischio di entrare con un anticipo eccessivo è, dal mio punto di vista, ancora troppo elevato.
La miglior cosa da fare, secondo la mia esperienza, è attendere la formazione di un minimo di medio termine, che dovrà necessariamente esser superiore al precedente, formatosi il 27 dicembre.
A questo punto, con un minimo di medio termine superiore al precedente, potremmo posizionarci concretamente per un’eventuale acquisto su entrambi i titoli del settore oil, ma ad oggi ritengo che ciò sia prematuro.
A livello intermarket ci sono degli aspetti che vuole segnalarci in particolare? A cosa consiglia di guardare ora?
A livello intermarket sto tenendo fortemente sotto stretta osservazione gli Stati Uniti che, a causa della loro enorme capitalizzazione, possono, come hanno già fatto in passato, impattare in modo importante su tutti gli altri mercati internazionali.
I principali indicatori da tenere sotto controllo sono due, il primo dei quali è lo “S&P 500 Earnings per Share”, che indica semplicemente l’andamento degli utili delle principali aziende americane.
Se guardiamo al suo andamento possiamo notare che, in questo preciso momento storico, siamo sui massimi assoluti da una quantità di tempo decisamente elevata.
Il record di permanenza appartiene al periodo 1991-2000, dopo il quale gli USA entrarono nella spirale recessiva del 2001.
Oggi, che siamo nel 2019, dobbiamo tener conto che questo indicatore sale dal 2010, in poche parole ci dice che gli utili per azione crescono di continuo.
C’è sicuramente da attendersi un riequilibro di determinati parametri che, ciclicamente, potrebbero causare delle tensioni sui mercati finanziari.
Un altro indicatore importante da tenere sotto osservazione è dato dai rendimenti dei tassi a breve termine rispetto a quelli a lungo.
Ancora la curva non si è invertita, ma il forte rialzo sulla parte a breve non può certamente passare inosservato.
Ancora la curva non si è invertita, ma il forte rialzo sulla parte a breve non può certamente passare inosservato.
Al piccolo risparmiatore consiglio di adottare una strategia d’investimento che permetta di essere coperto grazie ad un portafoglio ben costruito e diversificato, con strumenti finanziari non correlati tra loro.In alternativa, per gli amanti delle strategie più dinamiche ed aggressive, il il suggerimento è di utilizzare etcniche che, in caso di dissesti finanziari, permettano di star fuori dal mercato, dando prevalenza alla parte cash del portafoglio.
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